Nell’articolo scientifico recentemente pubblicato sulla rivista Acta Neuropathologica Communications dal gruppo del Prof. Enzo Ricci in collaborazione con il gruppo della Prof.ssa Ornella Parolini, è stato studiato nei pazienti un marcatore di degenerazione muscolare, non rilevabile mediante i protocolli di routine della risonanza magnetica, che è la fibrosi muscolare. “È noto che in presenza di una malattia muscolare cronica come la distrofia muscolare il tessuto muscolare, incapace di rigenerarsi, vada incontro a sostituzione con tessuto fibrotico e adiposo, ma tale fenomeno non era mai stato valutato approfonditamente nella FSHD” spiega la Dott.ssa Elvira Ragozzino. “I risultati ottenuti hanno dimostrato che i muscoli infiammati e affetti dei pazienti hanno la più elevata quantità di fibrosi rispetto sia ai muscoli non affetti dei pazienti che a quelli di soggetti sani, mentre i muscoli non affetti dei pazienti hanno un valore di fibrosi intermedio tra quello delle altre due categorie analizzate. Nei muscoli infiammati e affetti, che da precedenti studi condotti dal gruppo del Prof. Enzo Ricci sappiamo avere una certa probabilità di progredire verso la sostituzione adiposa, la fibrosi correla con la progressione della malattia come valutato nel follow-up di risonanza magnetica ad 1 e 2 anni successivi alla biopsia muscolare” prosegue Ragozzino.
Tale studio aprirà senz’altro la strada per lo sviluppo e l’applicazione di tecniche non invasive per il monitoraggio della fibrosi come biomarcatore prognostico per la FSHD.
https://actaneurocomms.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40478-023-01660-4
dott.sse Elvira Ragozzino, Sara Bortolani, Lorena Di Pietro, Ornella Parolini, dott.ri Mauro Monforte, Giorgio Tasca, Andrea Papait, Prof. Enzo Ricci